In Giappone si hanno le prime tracce della terminologia “shiatsu” nell’ era Taisho (1912-1926) riferita ad un’arte medica. Nel 1955 venne emanata una norma, la legge sull’”anma” che equiparava il massaggio tradizionale e lo shiatsu sullo stesso piano, riconosciute quindi a livello istituzionale. Nel 1964 la legge cd. “dei tre trattamenti manuali” definì la figura degli operatori di anma, massaggio e shiatsu, fornendo così l’attuale concetto di Shiatsu.
Lo shiatsu nasce dall’incontro di diverse pratiche manuali, motivo per il quale vi sono ricomprese molte forme afferenti a Maestri differenti (Namikoshi e Masunaga, per citare i più famosi anche qui in Italia). Una delle valutazioni più generiche si riferisce al trattamento che coadiuva uno stare meglio, soggettivamente percepito dal paziente – che nello shiatsu viene definito più correttamente “ricevente” o “uke”.
“Lo shiatsu consiste nell’uso solo delle mani, ovvero il pollice ed il palmo dell’operatore, applicando una pressione su una determinata zona del corpo per mantenere e/o migliorare la salute del ricevente, contribuendo contemporaneamente a contrastare le situazioni in cui non è ancora stato raggiunto uno stato patologico”
(Tratto da Shizuto Masunaga (2014), Manuali di shiatsu – 1° mese, ed. Shiatsu Milano)
Questa definizione sottolinea l’uso manuale e non meccanico del corpo del praticante – o tori – attraverso il contatto di pollici, palmi e le rispettive altre dita delle mano, a cui nell’evoluzione della tecnica si aggiungono nel trattamento i contatti attraverso eminenza tenar e ipotenar, gomiti e ginocchia.
LO SHIATSU PER LA SHIATSU SCHOOL TADASHI KYORI
Lo Shiatsu all’interno della nostra scuola Shiatsu School Tadashii Kyori è maturato come sinergia tra movimento del corpo, giusta distanza e shiatsu tradizionale.
All’interno dello studio teorico-pratico di questa tecnica c’è l’intera esperienza del M° Michele Ballus, venutasi a creare in più di vent’anni di praticantato con diverse scuole di pensiero e di trattamento, rivolti al benessere psico-fisico della persona.
L’approccio a questa pratica porta l’operatore a scoprire tecniche profonde per la risoluzione di traumi in senso lato, attraverso una progressiva consapevolezza del proprio squilibrio psico-fisico. In oriente la persona non è divisa in “corpo” e “mente”, ma interiorità, psiche e carne fanno parte di un intero, integro e bilanciato. Senza tralasciare che l’essere umano viene al mondo e si sviluppa all’interno di sistemi via via più ampi, che sostengono e/o limitano il flusso vitale.
Si aprono quindi spazi per l’allievo per sperimentare una profondità sempre maggiore, imparando a percepire e nutrendo la fiducia nel sentire che può quindi guidare il trattamento verso una componente più materica – attinente al rilascio mio-fasciale, o una più energetica e somatopsichica – shiatsu tradizionale, accoglienza emotiva, integrazione delle memorie storiche individuali e familiari.
Favorire il rilascio delle tensioni, dovute al giorno d’oggi soprattutto al livello di stress, alle posture errate, agli atteggiamenti rigidamente cristallizzati e ai condizionamenti emozionali, permette dunque a chi riceve il trattamento di percepire immediatamente un sollievo e, nel proseguire del tempo e del piano di trattamento, un bilanciamento sempre più profondo nella sua intera persona, sia essa considerata a livello corporeo, che emotivo, mentale che energetico.